Del resto l'uso di allevare la vite con lunghi tralci avviluppati agli alberi ha un'antica origine, gli Etruschi hanno introdotto questa tecnica di coltivazione, che si contrapponeva alla cultura Ellenica che ha introdotto nell'Italia meridionale l'allevamento basso della vite. La pratica dell'allevamento consociato della vite maritata agli alberi proseguì e si consolidò in epoca Romana. In epoca Rinascimentale congiuntamente alle grandi opere di bonifica l'appoderamento a piantata divenne un elemento caratterizzante del paesaggio agrario, con la presenza di filari di alberi, di solito Olmi, aventi la funzione di tutori vivi delle viti. Questo paesaggio è declinato solo in tempi molto recenti e principalmente a causa della meccanizzazione sempre più spinta delle pratiche agricole. Ancor oggi osservando con attenzione non è inusuale "scoprire" lembi superstiti di questo paesaggio.
Il parco di "Valle Fiorita" ne è un esempio emblematico: un residuo, seppur privo di viti, della tipica piantata reggiana costituita da annosi esemplari di Olmo siberiano (spesso utilizzato al posto dell'autoctono Olmo campestre, vittima della temibile Grafiosi).